#2 - Un uso aperto dell'intelligenza artificiale
Oggi parliamo di multilinguismo nella ricerca scientifica, del diritto umano alla scienza aperta secondo Roberto Caso e di un progetto di ricerca su teologia, religione e politica
[News]
Lost in translation
Il 98% della produzione scientifica mondiale è in inglese. Il 18% della popolazione mondiale parla inglese. Parte da questi dati Elea Giménez Toledo per analizzare, in un suo recente contributo, il rapporto tra accessibilità della ricerca e multilinguismo. La scelta dell’inglese come lingua ufficiale della ricerca limita infatti il contributo tanto degli studiosi quanto dei lettori che non la usano o che non la parlano come fosse una lingua nativa. Strumenti come l’intelligenza artificiale potrebbero in teoria risolvere il problema, traducendo automaticamente i testi e quindi permettendo a ogni utente di realizzare e consultare contributi scientifici nella sua lingua; un upgrade tecnologico che favorirebbe una maggiore inclusione di tutte le comunità di studiosi e, dunque, più ampie possibilità di apertura della ricerca. Il training dei LLM (come ChatGPT) avviene però su corpora di testi scritti nelle lingue più diffuse, con evidenti rischi di marginalizzazione, di fraintendimenti e di bias linguistici, come sostiene Sarah Frances Gordon in un suo articolo su Science Editor.
[News]
Il diritto umano alla scienza aperta: la riflessione di Roberto Caso
Roberto Caso è, da anni, una delle voci più attente e autorevoli tra gli ambassador italiani della scienza aperta. Professore ordinario di Diritto privato comparato all’Università di Trento, promotore e primo presidente della Associazione Italiana per la Promozione della Scienza Aperta, Roberto Caso ha dedicato in modo costante la sua produzione alla complessa relazione - anche di natura normativa - tra ricerca universitaria e mercato. Uno dei meriti della riflessione di Roberto Caso è ricordare costantemente che il diritto umano alla scienza aperta non si conquista né con la sola acquisizione di metodologie e strumenti innovativi né con iniziative individuali. Non basta cioè imparare a utilizzare repository pubblici, selezionare solo riviste in open access non predatorio o usare piattaforme di lavoro condiviso; né è sufficiente che chi fa ricerca scelga, singolarmente, di adottare una pratica ‘aperta’. A decidere di fare scienza aperta deve essere, come evidenzia Roberto Caso, l’intero sistema della ricerca, con una scelta che sia al contempo etica e operativa. Un sistema che fa scienza aperta, per esempio, non investe solo su ricerche dai risultati ‘vendibili’, riservando pochi fondi per indagini di nicchia (come per esempio quelle dedicate a malattie rare); non monetizza su temi di interesse universale, come le salute e l'alimentazione; non impone fee di accesso a riviste e pubblicazioni che risultino insostenibili per chi fa ricerca in paesi a basso reddito.
“La scienza aperta è parte integrante della liberà accademica e del dialogo cosmopolita che aiuta la cooperazione e la pace” scrive Roberto Caso in uno dei suoi ultimi contributi, ricordando come la nostra generazione abbia finora fatto poco per promuovere questi valori, condannandoli a un destino di marginalità, “a meno che le nuove generazioni dentro e fuori dall’Europa non siano capaci di costruire un futuro migliore del presente che abbiamo consegnato loro”.
[Pubblicazioni e progetti]
L’illusione necessaria: un progetto di ricerca aperta
È nata su Zenodo la community di L’illusione necessaria, un progetto di ricerca ideato da Armando Bisogno e Gianmarco Bisogno per analizzare l’evoluzione del rapporto tra teologia, religione e politica nella storia della cultura europea.
La ricerca è aperta e collaborativa; chiunque può contribuire con un paper o anche semplicemente commentando i contributi degli altri e condividendo le proprie riflessioni.
A questo indirizzo è possibile leggere i dettagli della ricerca e le modalità con le quali seguirla o contribuire.
La prossima newsletter
La prossima mail della newsletter partirà il 2 maggio e sarà dedicata al rapporto tra scienza aperta e intelligenza artificiale. In quella occasione condivideremo anche i link ai primi video tutorial per usare al meglio le piattaforme di cui abbiamo parlato nel nostro corso “Scienza aperta per le Humanities’" (le registrazioni della prima lezione sono già disponibili sul canale YouTube di Youmanities).
🔧 I nostri strumenti gratuiti
📚La bibliografia sulla scienza aperta
💬 L’introduzione ‘Scienza aperta per umanisti’ su Zotero
🎥 I video del corso sulla Scienza aperta
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